Ma che amore è quello che ti uccide, che ti distrugge, che ti umilia? Vorrei citare una frase del premio Nobel Dario Fo, che ci ha lasciati proprio ieri:
“La violenza sulle donne è determinata dall’impotenza, degli uomini. […] Un uomo del tutto normale, che si sente sereno con se stesso, che ama la natura e tutto ciò che ci porta, compresa naturalmente l’essenza delle donne, è ben felice che ci sia un equilibrio; quando invece si sente oppresso, ha paura e si sente minore rispetto a qualcosa che ‘gli appartiene’ e che non riesce a conquistare perché non ha i mezzi adatti, sia intellettuali, sia a volta anche fisici, cioè il denaro o il livello sociale, ecco che arriva a fare violenza; questa è una costante”.
Ora siamo a circa 80 vittime ma il bilancio è in continuo aumento.
E non basta, a queste dobbiamo aggiungerne altre: quelle che sono state picchiate, stuprate, maltrattate ma si sono salvate… per un pelo, per ora…
Quelle che hanno subito e subiscono violenze psicologiche, non meno dannose, che non possono o non riescono a denunciare il loro aguzzino perché diversamente non saprebbero dove andare…
Quelle che a seguito delle suddette violenze psicologiche non si riprenderanno mai più, la loro vita non sarà mai più la stessa: ragazzine stuprate da gruppi di coetanei o filmate dalle amiche mentre vengono violentate nel bagno di una discoteca dopo essersi, più o meno coscientemente, ubriacate…
Quelle che, come Tiziana Cantone, non ce la fanno a sopportare l’ondata di cattiveria e voyeurismo mediatico che le sommerge e le trascina in un inferno senza ritorno che non si esaurisce nemmeno dopo il suo suicidio.
Perché puoi girare nuda per pubblicizzare un prodotto, puoi ammiccare mentre vernici una ringhiera, ma non puoi decidere di fare sesso con chi ti pare e come ti pare, non puoi dire che ti piace o, peggio, che non ti piace più!
Questa sera vogliamo ricordarle tutte.Ma che amore è quello che ti uccide, che ti distrugge, che ti umilia? Vorrei citare una frase del premio Nobel Dario Fo, che ci ha lasciati proprio ieri:
“La violenza sulle donne è determinata dall’impotenza, degli uomini. […] Un uomo del tutto normale, che si sente sereno con se stesso, che ama la natura e tutto ciò che ci porta, compresa naturalmente l’essenza delle donne, è ben felice che ci sia un equilibrio; quando invece si sente oppresso, ha paura e si sente minore rispetto a qualcosa che ‘gli appartiene’ e che non riesce a conquistare perché non ha i mezzi adatti, sia intellettuali, sia a volta anche fisici, cioè il denaro o il livello sociale, ecco che arriva a fare violenza; questa è una costante”.
Ora siamo a circa 80 vittime ma il bilancio è in continuo aumento.
E non basta, a queste dobbiamo aggiungerne altre: quelle che sono state picchiate, stuprate, maltrattate ma si sono salvate… per un pelo, per ora…
Quelle che hanno subito e subiscono violenze psicologiche, non meno dannose, che non possono o non riescono a denunciare il loro aguzzino perché diversamente non saprebbero dove andare…
Quelle che a seguito delle suddette violenze psicologiche non si riprenderanno mai più, la loro vita non sarà mai più la stessa: ragazzine stuprate da gruppi di coetanei o filmate dalle amiche mentre vengono violentate nel bagno di una discoteca dopo essersi, più o meno coscientemente, ubriacate…
Quelle che, come Tiziana Cantone, non ce la fanno a sopportare l’ondata di cattiveria e voyeurismo mediatico che le sommerge e le trascina in un inferno senza ritorno che non si esaurisce nemmeno dopo il suo suicidio.
Perché puoi girare nuda per pubblicizzare un prodotto, puoi ammiccare mentre vernici una ringhiera, ma non puoi decidere di fare sesso con chi ti pare e come ti pare, non puoi dire che ti piace o, peggio, che non ti piace più!
Questa sera vogliamo ricordarle tutte.
Ed e con questo pensiero/interpretazione di Patrizia Guidetti, che vorremmo ringraziare tutti gli amici del “Gatto matto” per la loro professionalità, per il loro amore del teatro, per la loro voglio di donare, per esserci accanto, per la loro forza di sostenere la nostra Missione.
Un grazie particolare al “piccolo Simone” a “Mirko” gli uomini del gruppo e alla registra Cinzia Zerba.