21 ottobre

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La sera del 21 ottobre a Voghera presso la Sala del Millenario, l’Associazione Culturale QB Voghera ha reso omaggio ad una “collega” neonata ma già molto attiva: l’Associazione C.H.I.A.R.A. (si rimanda al link per i dettagli sull’associazione stessa) che ha presentato la propria mission e fatto notare con orgoglio che può contare già di un discreto numero di soci in poco più di 5 mesi dalla sua costituzione. L’incontro si è svolto dopo la domenica in cui il neonato sodalizio ha concluso l’Iria Castle Festival con la presentazione ufficiale ed uno spettacolo serale a tema.

L’omaggio si è concretizzato in un appuntamento organizzato sul tema “Femminicidio, come la nuova legge può arginare il fenomeno”. Relatore d’eccezione: il Generale Luciano Garofano, ex comandante dei RIS di Parma, accompagnato dall’Avvocato Massimo Adriatici (noto penalista), la Dottoressa Roberta Manfredini (psicoterapeuta specializzata in criminologia), l’Avvocato Simona Virgilio (penalista, componente del Comitato Pari Opportunità Comune di Voghera, legale di C.H.I.A.R.A.),Cristina Boffelli (Presidente di C.H.I.A.R.A.) e da Claudio Nonna(moderatore, Presidente di QB). [NB: come sempre i link hanno solo scopo illustrativo sulle persone, senza scopi pubblicitari o altro. In caso di mancanza del link al proprio sito istituzionale se n’è inserito comunque uno per un riferimento rappresentativo della persona stessa.]

Assenti ingiustificati: le Istituzioni. L’argomento di strettissima attualità, la nuova legge sul femminicidio vista sotto molteplici aspetti, avrebbe richiesto e gradito la loro presenza.

Il Generale Garofano ha introdotto la serata illustrando cosa s’intende per femminicidio. Nel mondo viene uccisa una donna ogni otto minuti e in Italia una ogni due giorni! E questo fenomeno non accenna a diminuire anzi, è in continuo aumento. Il fenomeno è stato presentato e svelato attraverso numeri e citazioni di fonti autorevoli ed ufficiali che sono stati la base del libro scritto a due mani con Rossella Diaz, edito da Infinito Edizioni “I Labirinti del Male”. Il richiamo all’esperienza del Generale e di casi noti di cronaca nera come sempre ha calamitato l’attenzione del pubblico in sala, portando i presenti in un viaggio nella brutalità che molte volte si cela tra le mura amiche di casa, perpetrata e reiterata grazie anche all’omertà di chi sa e potrebbe far qualcosa, ma per motivazioni non sempre condivisibili, tende a non denunciare. Quante volte i vicini sanno, i parenti sospettano, ma nessuno ha il coraggio di esporsi e fare qualcosa? Perché?

Dai vari interventi emerge che uno dei fattori da non sottovalutare è la mancanza di una formazione specifica degli operatori che per primi accolgono chi, a seguito di una violenza, si rivolge a loro alla ricerca non solo di un aiuto immediato di ordine pratico come ad esempio una medicazione, la registrazione della denuncia o di assistenza legale, ma anche di un supporto emotivo. Talvolta la vittima si scontra con la fredda burocrazia di chi, magari, tratta una violenza alla pari di uno smarrimento di documenti o della richiesta di un passaporto, lasciando la persona in coda ad aspettare per ore. È in questi frangenti che la dignità di un essere umano viene svilita ancora di più.

Sarebbe stato interessante avere un confronto con le Istituzioni su questo argomento, ma nessun rappresentante era in sala.

A seguire, la dottoressa Manfredini ha illustrato gli aspetti più nascosti, le difficoltà ad affrontare un simile problema da parte delle vittime, i complessi risvolti psicologici e comportamentali delle stesse, come addirittura a volte tendano a giustificare le violenze subite. L’esperienza maturata dalla Dottoressa, anche in ambito internazionale attraverso la collaborazione, ad esempio, con Associazioni americane, unito all’esempio di casi reali e di attività “sul campo”, ha fornito al pubblico un parere competente su come il problema debba essere affrontato e supportato in modo pratico. Il messaggio trasmesso è quello di rompere il silenzio e l’omertà che circondano le vittime. La formazione va implementata sotto diversi aspetti: innanzitutto nei confronti dei giovanissimi, in modo che si parta fin da bambini ad imprimere la giusta mentalità per evitare il nascere di situazioni famigliari dovute a cattiva educazione. Un grande lavoro deve essere fatto nei confronti delle persone maltrattate, che spessissimo tendono addirittura ad auto-incolparsi per quanto subito. L’atteggiamento molte volte è quello di giustificare il comportamento del violento, si tende ad autoaccusarsi, auto-convincendosi di aver meritato la violenza per propri comportamenti.

L’avvocato Adriatici ha invece fatto una panoramica della nuova normativa, confrontandola con la situazione esistente fino a pochi giorni fa, prima della promulgazione della nuova legge. Ora, ad esempio, sarà meno facile ritirare la denuncia da parte delle vittime, bisognerà comunque arrivare davanti ad un giudice. Si è ripristinato il famoso “braccialetto elettronico”, il quale però potrà essere utilizzato solo con il consenso dell’imputato (!). In maniera molto oculata si è sorvolato sui tecnicismi della norma, spiegando in parole semplici i concetti fondamentali mettendo l’accento, appunto, sui nuovi aspetti pratici. Collegandoci ad alcuni punti trattati in precedenza, la nuova legge ha definito di stanziare dei finanziamenti proprio rivolti alla formazione del personale interessato.

Tutti concordi su due punti: tanto è stato fatto ma tanto dovrà ancora essere portato avanti.

Infine l’Associazione C.H.I.A.R.A., per voce del suo Presidente ed il suo legale, ha spiegato i primi passi compiuti che hanno portato alla sua istituzione e di quanto già sia radicata sul territorio attraverso accordi con Enti ed altre Associazioni.

Non sono mancate le domande dalla platea, alla quale i relatori hanno risposto in modo complementare, fornendo informazioni sempre competenti e precise. La differenziazione settoriale dei relatori ha fatto sì che il problema sia stato affrontato sotto diversi aspetti, tutti orientati ad una maggiore conoscenza del fenomeno a 360°.

Come già detto, unico neo ad una serata molto interessante è stata la completa mancanza di figure istituzionali del Comune di Voghera, ci chiediamo perché visto che non solo erano state invitate, ma addirittura era stato chiesto il loro aiuto per l’organizzazione della serata stessa (aiuto caduto nel vuoto a sentire gli organizzatori). A quanto detto dagli stessi organizzatori, gli strumenti musicali, una batteria ed un pianoforte, presenti sul palco, erano stati messi nella speranza che la presenza della musica facesse sì che i componenti del Consiglio Comunale, tanto attivi nelle serate musicali del Castle Festival, presenziassero anche in questa occasione.

Se il buongiorno si vede dal mattino l’associazione C.H.I.A.R.A. ci sta abituando bene, siamo curiosi di vedere come potrà fare per mantenere sempre questo livello.

Rocco R. Falotico

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